sabato 31 marzo 2012
lunedì 19 marzo 2012
MARK JENKINS IN ROME
Lo street artist globale Mark Jenkins è noto per la sua abitudine di disseminare gli spazi urbani delle grandi metropoli con le sue realistiche figure umane. Dopo Washington, Londra, New York, Los Angeles, Baltimora, Rio de Janeiro, Barcellona, Mosca, l’artista ha deciso di puntare su Roma. Da febbraio in città sono cominciate ad emergere le sue originali installazioni, quasi una pubblicità virale per la sua personale italiana, prevista il 17 marzo.
In giro per la capitale le opere-performance di Jenkins spuntano fuori nei luoghi più impensati. Il progetto mira a coinvolgere e destabilizzare, producendo uno sguardo diverso suoi luoghi liminali della città, e sulle esistenze ai margini che le abitano, anche se qui sono fittizie e paradossali, trasfigurate dall’occhio dell’artista.
Il 17 marzo prossimo Jenkins sarà alla galleria Wunderkammern per esporre la sua prima mostra personale italiana, alle ore 18.30, e per presentare il suo nuovo libro, The Urban Theatre. La mostra è parte di un progetto intitolato Living Layers, nato nel 2010 in collaborazione con il MACRO di Roma, a cura della galleria Wunderkammern.
WHO IS MARK JENKINS?
Uno scultore iperrealista porta in scena storie di emarginazione urbana e d’ironica provocazione sul palcoscenico delle nostre strade. I passanti con le loro reazioni ne diventano gli attori inconsapevoli.
Il 19 gennaio ha aperto i battenti, alla galleriaGestalten Space di Berlino, la prima mostra personale in Germania di Mark Jenkins,Glazed Paradise, che si prolungherà fino al 26 febbraio. L’artista americano, divenuto famoso per le sue installazioni urbane iperrealiste, presenterà gli scatti fotografici documentativi dei suoi lavori realizzati in tutto il mondo e nuove sculture create appositamente per l’evento. In occasione dello stesso la galleria Gestalten ha elaborato la sua prima monografia, The urban theatre: Mark Jenkins che verrà messa in vendita a edizione limitata con la possibilità di comprare insieme a questa anche un’opera in versione ridotta, firmata e numerata dall’artista.
Mark Jenkins, quarantunenne nato in Virginia, sassofonista prima e web designer dopo, inizia la sua carriera artistica nel 2003 a Rio de Janeiro, piazzando una delle sue sculture a fattezze umane fatte di scotch e pellicola trasparenti, in una discarica pubblica per attirare l’attenzione dei bambini. Da allora sia la sua tecnica che la sua ironia, non sono mutate, se non raffinandosi ulteriormente.
Le sue perturbanti sculture nascono per le strade o per gli interni pubblici, cercano l’interazione con gli spettatori ma soprattutto cercano una loro reazione. E come si potrebbe d’altronde non reagire a un uomo disteso a faccia in giù in un fiume, di cui si vede solo la parte posteriore o a una bambina con la faccia voltata verso un angolo della strada che dà le spalle al suo orsacchiotto preferito che giace in terra calpestato dai passanti. Ma soprattutto la reazione è inevitabile quando chi, mosso da compassione o spavento, chiama l’ambulanza o la polizia e, una volta avvicinatosi, scopre che l’uomo o il bambino non sono altro che manichini.
L’intento di Mark Jenkins è quello di realizzare un esperimento sociale, le reazioni del suo pubblico diventano parte dell’opera, che si trasforma in un esteso happening, che lui tenta di documentare attraverso scatti fotografici i cui soggetti sono: ilarità, rabbia, tristezza, compassione, scandalo, noncuranza. E’ lo stesso artista a dichiarare la sua volontà di portare le persone ad alzare gli occhi dai loro telefonini e interagire con il mondo che li circonda, chiedendosi talvolta cosa è reale e cosa non lo è.
domenica 18 marzo 2012
mercoledì 14 marzo 2012
A VOLTE LE PAROLE NON BASTANO
A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni.
Alessandro Baricco
Alessandro Baricco
sabato 10 marzo 2012
STAY HUNGRY, STAY FOOLISH
Here's to the crazy ones.
The misfits.
The rebels.
The troublemakers.
The round page in the square holes.
The ones who see things differently.
They're not fond of rules.
And they have no respect for the status quo.
You can praise them, disagree with them, quote them,
disbelieve them, glorify or vilify them.
About the only thing you can't do is ignore them.
Because they change things.
They invent. They imagine. They heal.
They explore. They create. They inspire.
They push the human race forward.
Maybe they have to be crazy.
How else can you stare at an empty canvas and see a work of art?
Or sit in silence and hear a song that's never been written?
Or gaze at a red planet and see laboratory on wheels?
While some see them as the crazy ones,
we see genius.
Because the people who are crazy enough to think
they can change the world, are the ones who do.
SJ
The misfits.
The rebels.
The troublemakers.
The round page in the square holes.
The ones who see things differently.
They're not fond of rules.
And they have no respect for the status quo.
You can praise them, disagree with them, quote them,
disbelieve them, glorify or vilify them.
About the only thing you can't do is ignore them.
Because they change things.
They invent. They imagine. They heal.
They explore. They create. They inspire.
They push the human race forward.
Maybe they have to be crazy.
How else can you stare at an empty canvas and see a work of art?
Or sit in silence and hear a song that's never been written?
Or gaze at a red planet and see laboratory on wheels?
While some see them as the crazy ones,
we see genius.
Because the people who are crazy enough to think
they can change the world, are the ones who do.
SJ
martedì 6 marzo 2012
lunedì 5 marzo 2012
LE RONDINI
"... VORREI CAPIRE INSOMMA CHE COS'E' L'AMORE...DOV'E' CHE SI PRENDE, DOV'E' CHE SI DA..."
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